I vini Piemontesi
Vini piemontesi, da bere con o senza moderazione !
Quando si è deciso di andare a vivere in Piemonte, non sapevamo nulla della regione. Ed è con piacere che scopriamo ogni giorno un terroir di un’eccezionale ricchezza, non solo dal punto di vista gastronomico ma anche enologico! Non ci voleva altro per conquistare i nostri cuori e le nostre papille gustative. Se finora abbiamo mantenuto i nomi segreti o solo per la famiglia, riveliamo finalmente ai francesi (ma anche a voi che ci leggete) i nomi di alcuni vini piemontesi. Barolo, Barbera, Arneis ed Erbaluce, si ma i vini piemontesi non si riassumono solo a questi pregiati !
Dopo qualche sacrificio, centinai e centinai di degustazioni, fatte per la buona causa (e rigorosamente nel ambito della nostra ricerca, ovviamente!), Ecco un articolo che spiega i vini del Piemonte e in particolare i nostri preferiti. Elenco non esaustivo che, stranamente, continua a crescere…
Divina commedia o Liaisons dangereuses?
Nota bene: ne siamo piuttosto orgogliose, il Piemonte è la regione italiana che produce la maggior parte dei vini DOC e DOCG, che corrisponderebbe al nostro AOC francese. Non occorre aggiungere altro se ci impegniamo cosi tanto a rimanere qui! E sì, il Piemonte soppianta la Toscana. Non siamo per niente enologhe esperte, cerchiamo comunque di spiegare l’antefatto con elementi che contribuiscono a rendere unici questi vini, (unici e differenti da quelli a cui siamo abituate in Francia)... Oltre al viticoltore e al suo pollice verde! In Francia si dice avere la mano verde, voi avete solo il pollice di verde quindi?
E quindi, cosa beviamo in Piemonte?
Vino! E a ogni vino il suo carattere. Ogni vitigno ha una personalità unica e, poiché la letteratura è sempre apprezzata in compagnia di un calice di vino, vi presentiamo le selezioni di vini associati ai classici della letteratura. Ogni varietà è protagonista di una storia che ha forgiato il suo carattere, complesso e misterioso.
Ecco:
- 50 Sfumature di Nebbiolo: il Rosso di grande fama
- Madamine, il Rosso al femminile
- La banda degli insoliti ottantenni: vitigni autoctoni
- Perline bianche del Piemonte: i vini bianchi
Chi dice vini unici, dice condizioni meteorologiche eccezionali.
Le Alpi, avete presente questa piccola catena di montagna? Le Alpi fungono da scudo sulla regione, rendendo il clima del Piemonte continentale in inverno [e quindi meno piovoso di quello di Bordeaux che è alla stessa latitudine per esempio] e caldo in estate, o addirittura soffocante. A dire la verità, se l’uva apprezza, noi invece lo sopportiamo un po ‘meno. Questa caratteristica topografica consente inoltre ai vitigni di prosperare su colline che vanno dai 250 metri ai 450 metri sul livello del mare.
"La nebbia rende le cose meravigliose" O. Wilde
Fenomeno effimera ma ben presente, la nebbia autunnale è una caratteristica chiave dei vini piemontesi. Al mattino presto, appena prima che il sole baci l’uva, una fitta nebbia scivola tra le viti, creando un ambiente umido. Microclima ideale per la maturazione dell’uva, le differenze di temperatura determinano così gli aromi.
50 Sfumature di Nebbiolo: il Rosso di grande fama
Il Nebbiolo
Vero seduttore, dal carattere deciso, ecco il Nebbiolo e le sue varianti. Nebbioso, non per la nostra mente nebbiosa dopo un abuso di Nebbiolo, ma ben perché questa varietà è l’erede nobile delle colline nebbiose del Piemonte. Il Nebbiolo, quindi, è un vitigno che produce i vini più complessi d’Italia. Nelle zone più favorevoli, dà origine a rossi pregiati di eccezionale longevità, strutturati, con una componente tannica molto presente. Con una ricchezza di sfumature e una elegante finezza, il bouquet del Nebbiolo è incomparabile: Barolo, Barbaresco, Gattinara, sono 3 borghi, omonimi dei 3 grands crus del Nebbiolo, 3 tra una dozzina
Barolo, il re sole: “Il Vino sono io”
Bambino prodigio del Nebbiolo, orgoglio del Piemonte, il Barolo, non sarebbe il re del ballo senza una Vendeo-Angioina. Per la piccola storia, siamo originarie di Angers et di Vendea, questa curiosità è quindi il nostro piccolo orgoglio. Juliette di Barolo, figlia del Marchese de Maulévrier e discendente del famoso Colbert, permise al re dei vini di vincere il suo titolo e diventare il vino dei Re. Oltre al suo contributo tecnico per l’invecchiamento in botti, che permette di rivelare tutte le note nobili del famoso nettare, la Giulietta è l’istigatrice di una trovata pubblicitaria molto astuta per l’epoca. Per conquistare il cuore della corte, Juliette decise di offrire 325 barili a re Carlo Alberto. 365-40, uno per ogni giorno dell’anno meno i 40 giorni di Quaresima. Jackpot! Il Barolo emerse dall’ombra per rimanere alla ribalta. Come Elnett, lacca delle stars, è diventata la star delle lacche, il Barolo ha seguito lo stesso successo. (Non ringraziarci per i riferimenti, ci mancherebbe !).
Ciccia&Cerva consigliano : Luigi Baudana, cantina di Serralunga d'Alba, borgata strettamente legata alla nostra storia
Il Barbaresco
L’eccellenza del Nebbiolo non si ferma a Barolo, il Barbaresco, suo fratellino vuole avere voce in capitolo. Con un nome che potrebbe fare tremare (Almeno che sia una mancanza di vino?) il Barbaresco è sicuramente un vino di carattere, ma si rivela una vera carezza per il palato. Per la leggenda del nome, un tempo vivevano su queste terre circondate da foreste, popolazioni celtiche della Liguria. Arrivarono allora i romani e piantarono le prime viti al posto di questa foresta. “Barbarica silva” o la “foresta barbarica prima dei romani”. Sì, erano molto umili al momento
Il Gattinara,
Il Nebbiolo si esprime anche perfettamente al nord, verso le risaie umide di Novara. Questo rosso granato farà viaggiare il vostro palato tra atmosfera di campagna con un bouquet fine di aromi di rosa e violetta e un’atmosfera più esotica con sentori di liquirizia, vaniglia, spezie e sottoboschi. Occhio che il primo sorso potrebbe rivelarsi come una vera madeleine di Proust
Madamin, il Rosso al femminile
Ecco le protagoniste femminili: leggermente tanniche, giocano la carta della seduzione.
Il Dolcetto
Rimaniamo nei boschi e ci tuffiamo nell’amarena e i frutti rossi. Non lasciarvi ingannare dal suo nome, il Dolcetto non dà vini dolci ma vini secchi con una freschezza audacia. Non potrebbe essere più seducente e fruttato negli aromi. Un rubacuori questo vitigno! Al palato si svella leggermente tannico con un tocco amarognolo. Un vino che si abbina con tutte le occasioni, grandi come piccoli.
Ciccia&Cerva consigliano : Borgogno Rivata: Tra vigneti e frutteti, l’anima oscilla per questa azienda della provincia di Cuneo Oltre al Dolcetto, non perdetevi il Sidré,sidro di pera, di cui la finezza delle bolle si avvicina allegramente allo spumante
Donna Barbera
Barbera d’Alba, d’Asti o del Monferrato
La Barbera, questa famosa “Signora in Rosso” del Piemonte. Spiccata acidità, tannini non aggressivi e corpi significativamente meno forti rispetto a suo cugino Nebbiolo; queste caratteristiche fanno del barbera un vino equilibrato e piacevole, perfetto per qualsiasi pasto ma anche per abbinarsi ai piatti più elaborati. Produce vini con un’acidità vibrante e note di aromi intensi di frutti rossi. Quando viene invecchiato in piccole botti di rovere, ha un carattere più “poderoso”. Passa quindi da Soprano a Contralto. Un vero e proprio concerto per il palato.
A ogni provincia la sua caratteristica, la barbera acquisisce sfumature uniche da ogni terroir.
Ciccia&Cerva consigliano : Due piccoli produttori, due visioni ma sempre la stessa passione per un risultato singolare. Due Barbera senza pari. Giorgio Barovero è un viticoltore che si impegna nell'agricoltura biologica da quasi 10 anni, una persona appassionata con un grande cuore. Invece con Monfrà , Sara e Paolo, che si definiscono come due viticoltori torinesi, hanno deciso di abbinare vino, arte e letteratura, perché il vino è arte, un capo lavoro.
Il Brachetto, un rosso pétillant e sensuale
Il nome della rosa
Combinare vino rosso con la parola frizzante non va bene per noi francesi, il nostro palato non è per niente abituato e, diciamolo la nostra mente è un po chiusa su questo argomento. Facciamo una mimica facciale e ributtiamo il calice. Il Brachetto invece ci ha fatto cambiare opinione. Un vino rosso rubino, con un delicato aroma di moscato e rose. La sua perlina è fine e persistente. Allegro e seducente, è apprezzato per i suoi aromi di frutta matura e rosa sensuale.
Il compagno perfetto di “moderazione” con la sua moderata gradazione alcolica, per una serata inebriante e dolce.
Ciccia&Cerva consigliano : Terre Astesane, una cooperativa di produttori di Mombercelli che vi incanterà non solo con i vini ma anche con la sua storia!
La banda degli insoliti ottantenni: vitigni autoctoni
Vitigni dai caratteri temperati, più rari ma carismatici. Avete presente questi anziani sulla panchina, che portano le leggende e le stimmate del paese? Con la pelle rugosa, cesellata dal tempo e piena di saggezza. Ecco la nostra selezione di vini dal paese. Nella famiglia Rossa chiediamo i nonni! Produzione di vino troppo piccola per l’esportazione in tutto il mondo, questi Vini “riservati“, si distinguono come vini riservati agli iniziati. Allo stesso tempo autentico e insolito. Atipico ma di tradizioni. Ecco la cuvée del Piemonte:
Il Ruchè
Il Ruché è una delle viti autoctone coltivate in un’area particolarmente ristretta della regione del Monferrato ad Asti. Piuttosto fruttato, con aromi dominanti di violetta e rosa, stupisce con note speziate di pepe bianco. Questo è per il piccolo lato brizzolato della saggezza del vitigno. È un vino ben equilibrato, leggero pero ha un buon corpo con grande persistenza in bocca. Come un nonno è generoso, con un caldo e dolce sorriso.
Ciccia&Cerva consigliano : Ferraris Agricola, per visitare l'antica cantina familiare, diventata oggi un vero museo del Ruché
Il Grignolino
Grignole : semi d’uva in piemontese. Quest’uva abbonda di semi. Il Grignolino è l’antieroe dei vini, un personaggio forte, su cui inizialmente non ci si scommetterebbe e poi ci si attacca e trova tutte le qualità per competere con gli altri vitigni.
Ciccia&Cerva consigliano : Monfrà conquista i cuori con Panikos, un Grignolino che regala un'emozione oltre a essere un vino squisito. Ci vogliono solo pochi ettari per rivelare l'anima di un vino.
La Bonarda
Quest’uva era originariamente utilizzata per tagliare il Barbera e quindi alleggerirlo rendendolo più “in movimento”. Ha comunque saputo farsi notare e conquistare i cuori. Piuttosto equilibrato sui tannini. È il ballerino della selezione.
Ciccia&Cerva consigliano : L’Autin, cantina con 4 ettari, segue una cultura ragionata. Produce anche uno spumante in un luogo tanto atipico quanto intrigante: le miniere della Val Germanasca - lo stesso da cui viene estratto il talco dall'Italia. Condizioni ideali: 10 gradi di temperatura e 90 gradi di umidità costante
Condizioni favorevoli e terreni fertili per i rossi, il Piemonte ha anche rivelato alcune perle bianche, a loro volta vini bianchi DOC DOCG du Piemonte
Perline bianche del Piemonte: i vini bianchi
L’Arneis
Roero Langhe resiste ancora e sempre all’invasore!
Chiamato Nebbiolo bianco perché coltivato nella stessa zona veniva utilizzato per tagliare il vino Nebbiolo. L’Arneis è un vino bianco secco che offre un profumo sottile con note di agrumi e mandorla amara. Se le nostre i nostri narici e palati erano molto abituati al famoso Sauvignon o persino all’ineguagliabile Chardonnay, l’Arneis ha saputo confonderci. Ha infatti un profilo gustativo unico e non può davvero essere paragonata a questi due tenori. È un vino elegante e rotondo che, secondo i maestri del vino, sfrutta al meglio i terreni argillosi che stimolano l’acidità. Tende ad avere sottili sentori di erbe aromatiche, fiori bianchi, fiori d’arancio, anice e liquirizia. Sembrano profumi di un sorbetto!
Ciccia&Cerva consigliano : Franco, l'Arneis di Poderi Vaiot per una degustazione in cantina molto allegra!
L’Erbaluce di Caluso
Questo vino bianco è il nostro preferito. Inganniamo i nostri vini bianchi francesi con l’erba della luce. Un vero lucernario tra i tanti vini del sud della regione. Viene dal Canavese, a nord di Torino. Va anche detto che la città di Caluso, l’unico comune in cui è possibile creare Erbaluce, è gemellata con Brissac Quincé, una piccola città nella nostra regione, non lontano da Angers, città natale di Amelie.d’Amélie.
Ciccia&Cerva consigliano : San Michele, L'Erbaluce de CellaGrande, ex convento benedettino del XII secolo e oggi luogo d'incontro per gli amanti del buon vino. Là, l'Erbaluce si presenta in tutte le sue varianti, passito, spumante, grappa.
Il Gavi Cortese
C’era una volta, una principessa. Eh si, il nome Gavi è legato alla leggenda della principessa Gavia, figlia di Clodomiro, re dei Franchi, sposata in segreto contro l’opinione della corte e installata nella borgata che diventerà Gavi, per fuggire dalle truppe del re. Dobbiamo alla sua bellezza il nome del vigneto che ha dato vita a questo vino, ottenuto da uve Cortese, coltivate in solo 11 comuni della provincia di Alessandria…
Ciccia&Cerva consigliano : Sole sul Poggio, un Gavi di produzione 100% femminile con l'Azienda Agricola Il Poggio, tradizione di madre in figlia
Grazie all’evento Vendemmia, svolto a Torino, abbiamo potuto scoprire dal vivo alcuni di questi piccoli produttori e le loro storie. Storie che ci hanno toccato. Ecco perché abbiamo deciso di presentarveli. Vendemmia, vendange in francese, è l’evento che riunisce durante una decina di giorni produttori e attori culturali locali attorno a una stessa passione, il vino e a un terroir eccezionale, il Piemonte.
Questo elenco non è esaustivo, come lo potete facilmente immaginare. Potremmo ancora menzionare altri vini autoctoni, come il Freisa e il Moscato d’Asti o ancora il Timorasso. Prendiamo semplicemente il tempo per scoprire tutti questi vini. Perché ogni vitigno, ha una storia da raccontare e ci piace anche incontrare i produttori. Per voi lettori, continueremo i nostri sacrifici e assaggeremo fino all’ultima goccia se il vino è buono in Piemonte. Masterclass, degustazioni, incontri con i produttori, non lesineremo gli sforzi! Se alcuni desiderano acquistare delle bottiglie, abbiamo contatti, quindi non esitate 😉
Bellissimo articolo e super interessante! Soprattutto per la lista di cantine suddivise per tipologia di vino ;)!
Grazie mille, siamo contente di leggere che ti sia piaciuto l’elenco delle cantine 🙂
L’articolo molto utile sopratutto per chi come me se ne intende davvero poco del vino. Solitamente a cena beviamo il vino locale ma di tanto in tanto ci piace assaggiare quelli più pregiati.
Siamo contente che ti possa essere utile! Anche noi stiamo imparando man mano e ci piace molto assaggiare diversi tipi di vino 🙂
In italia sui vini così come sul cibo si va sempre sul sicuro.
Non rinunciamo mai ad un buon bicchiere di vino, soprattutto in pranzi e cene in famiglia e tra amici